I ritrovamenti, le mura, l'anfiteatro... la confusione del giornalista sperduto che deve far passare la notizia per garantire i diritti dei cittadini e del costruttore e intimare anzitempo la resa dello Stato alle superiori esigenze del parcheggio

Riportiamo il simpatico articolo (e l'e-mail inviata alla Redazione) che crea non poca confusione ai lettori e tende, come siamo abituati ormai a notare, a considerare e far ritenere il Patrimonio Archeologico una croce da portare, un intralcio alla sana vitalità della città e alle sue esigenze.

Noi non siamo di questo avviso e facciamo notare che, con maggiore serietà, civiltà e cultura, in questi casi sarebbe d'obbligo la cautela ed il rispetto delle leggi. Esprimendo intolleranza alla vigente legislazione in materia di Beni Archeologici si fa passare, non si sa a vantaggio di chi, un messaggio aberrante che considera la "lunga mano" della Soprintendenza un intralcio burocratico, una seccatura, spesso dovuta a cazzate.

Con tali criteri le navi di Pisa si sarebbero dovute ruspare, con buona pace e gaudio degli utenti delle Ferrovie dello Stato.

 

(dal sito www.lastampa.it)

 

(Del 19/9/2002 Sezione: Vercelli Pag. 35)

 

LA SCOPERTA IN CORSO MARCELLO PRESTINARI A VERCELLI: SECONDO L´IMPRESARIO NON CI SARANNO RALLENTAMENTI

Tornano alla luce le mura romane

Durante lo scavo &laqno;assistito» con la Soprintendenza

 

VERCELLI

 

Che Vercelli sia una città antichissima è cosa nota: ma se le origini celtiche sono un orgoglio per storici e studiosi, diventano una croce per chi deve costruire o ristrutturare. A poche settimane dal via ai lavori nell´area dell´Albergo Croce di Malta, 20 mila metri cubi da riportare all´onor del mondo, è già arrivata la lunga e dotta mano della Soprintendenza di Torino. Ad annunciarlo, preoccupati, sono gli stessi abitanti del quartiere che hanno notato ieri mattina un cambiamento di rotta nella routine degli scavi. &laqno;Speriamo - dicono i negozianti di Porta Torino - che la costruzione prosegua celermente così com´era stato annunciato. Anche il nostro rione ha bisogno di una boccata di ossigeno». Ossigeno che si traduce in parcheggi pubblici con ingresso da corso Fiume, come annunciato dai progettisti Roberto Minoli e Alberto Ferrarotti. Se infatti c´è una zona trafficata e priva di spazi per la sosta delle auto è proprio corso Marcello Prestinari. E poi sono previsti 60 alloggi, negozi e uffici. Una prospettiva interessante per tutta la zona. Ma il terrore è che la Croce di Malta faccia la stessa ingloriosa fine delle residenze per studenti universitari di via Quintino Sella. Lì i lavori sono bloccati almeno da un paio d´anni per il ritrovamento dei soliti reperti romani di grande interesse (si parlava addirittura di un anfiteatro), e nonostante la disponibilità del Comune ad investire un altro miliardo per portare alla luce i resti, e i tanti incontri tra il sindaco Bagnasco e la Soprintendenza, i risultati sono davanti agli occhi della gente: un cantiere chiuso. Ma questa volta non sarà così. Minoli tranquillizza: &laqno;Sempre, quando iniziamo i lavori nel sottosuolo, facciamo uno scavo assistito. Appena abbiamo rilevato alcune fondamenta di epoca romana, siamo stati noi ad avvisare Torino. Ieri abbiamo solo rallentato i lavori, ma non c´è stato alcun blocco del cantiere». Secondo il responsabile dell´impresa ora verranno fatte le stratigrafie necessarie, e poi l´archeologo Davide Casagrande di Bianzè, su mandato della Soprintendenza, raccoglierà gli oggetti eventualmente interessanti e lascerà campo libero. Tempo previsto, una settimana.&laqno;Una prassi consolidata - conclude Roberto Minoli -. Così abbiamo fatto per il palazzo dell´Inail, così in via Aosta, senza problemi».

Donata Belossi

 

e-mail inviata alla Redazione de "La Stampa" il 19/9/02

 

Ritrovamenti in corso Prestinari. L'articolo del 19 settembre è aberrante.

I ritrovamenti, le mura, l'anfiteatro, la confusione del giornalista sperduto che deve far passare la notizia per garantire i diritti dei cittadini e del costruttore e intimare anzitempo la resa dello Stato alle superiori esigenze del parcheggio è evidente.

Il simpatico articolo, che crea non poca confusione ai lettori, tende, come siamo abituati ormai a notare, a considerare e far ritenere il Patrimonio Archeologico una croce da portare, un intralcio alla sana vitalità della città e alle sue esigenze, non ci sta bene.

Noi non siamo di questo avviso e facciamo notare che, con maggiore serietà, civiltà e cultura, in questi casi sarebbe d'obbligo la cautela ed il rispetto delle leggi. Esprimendo in qualche modo intolleranza alla vigente legislazione in materia di Beni Archeologici si fa passare, non si sa a vantaggio di chi, un messaggio aberrante che considera la "lunga mano" della Soprintendenza un intralcio burocratico, una seccatura, spesso dovuta a cazzate.

Con tali criteri le navi di Pisa si sarebbero dovute ruspare, con buona pace e gaudio degli utenti delle Ferrovie dello Stato.

Con i migliori saluti

 

G.Sommo

(www.Archeovercelli.it)

 
 

 Mentre a Vercelli si temono i possibili ritrovamenti in piazza Cavour e si rispolverano vecchie idee sulla "fabbrica" del Sant'Andrea a Livorno Ferraris i ritrovamenti recenti sembrano meno sgraditi all'Amministrazione.

 

Proponiamo qui di seguito il nostro intervento (non pubblicato) e alcuni recenti articoli apparsi su "La Stampa" (Copyright ©2002 La Stampa) con l'invito a riflettre sul diverso modo di intendere la tutela e valorizzazione del Patrimonio a Livorno e sulla totale assenza di programmi e idee da parte dell'Amministrazione Vercellese.

Inoltre ci domandiamo cosa ne pensino, se esistono e si preoccupano, le altre ben più importanti e attive Associazioni vercellesi, a quanto pare totalmente assenti.

 

Vercelli 6/4/2003

Spett.le Redazione

de "LA STAMPA"

VERCELLI

Per quanto riluttante a intervenire troppo spesso in quel che resta del dibattito culturale cittadino, piuttosto povero e a senso unico in questi ultimi mesi, mi vedo costretto a invitare i concittadini a riflettere su due spunti offerti dalla cronaca di questi giorni.

1-Piazza Cavour. Scavi preventivi della Soprintendenza Archeologica.

Eseguire sondaggi preventivi in un'area come quella della piazza prima che venga definitivamente ripavimentata è un'esigenza imprescindibile ed altrove normale (si sarebbe dovuto fare altrettanto nella sistemazione della piazza D'Azeglio con maggiori speranze, ma tant'é). Tuttavia appare decisamente fuori luogo l'affermazione dell'articolista "E c´è da sperare che davvero non vengano alla luce manufatti pregiati" in quanto frutto perlomeno di miopia. Se davvero affiorassero strutture di interesse non credete che ciò servirebbe a rilanciare, per il tempo necessario alle indagini, l'interesse e la frequentazione dei Vercellesi nei confronti della Piazza e ad arricchire la città di nuove valenze successivamente?

2-Sant'Andrea. Proposta della "fabbrica" a fronte del degrado interno ed esterno.

Anche in questo caso dietro il lodevole impegno del giornale volto ad attirare l'attenzione sullo stato del nostro gioiello architettonico, va ricordato che di "fabbrica del S. Andrea" non solo si era parlato un decennio fa ma si era dato inizio ad un concreto impegno del Comune, e di alto livello, naufragato poco dopo per i dissapori e disaccordi fra esperti e mancanza di polso da parte comunale nel fare le proprie scelte di lunga portata.

Miopia e insipienza che emergono nella totale mancanza di programmazione comunale, non solo per il Sant'Andrea, ma per tutto il complesso dei Beni Culturali cittadini.

La vocazione della città alla valorizzazione del proprio Patrimonio Archeologico e Architettonico, per l'importanza notevole che riveste in ambito piemontese, non può essere sistematicamente ignorata dall'Amministrazione Comunale. La mancanza di fondi e l'occasionalità degli interventi, la totale assenza di programmazione e di strutture adeguate all'interno stesso della macchina amministrativa (pur esistendo le competenze), tradiscono infatti la indisposizione ad una reale volontà di programmare in questo settore, nonostante le belle dichiarazioni elettorali.

Stupefacente ed anomala poi l'assenza nel dibattito pubblico, fondamentale luogo di costruzione della democrazia, di tutte quelle forze, Associazioni ed Istituti, che dovrebbero costituire il tessuto stesso di tale sano confronto con i politici.

Assistiamo quindi ad un continuo monologo dell'Amministrazione e, quando va bene, a scatti d'ira per quelli che vengono interpretati come attacchi personali da vendicare e punire (lo dico a ragion veduta e per diretta esperienza).

Salvo poi correre ai ripari per salvare la faccia dinanzi all'opinione pubblica con dichiarazioni e stratagemmi che, fra l'altro, dimenticano avvenimenti, anche non molto lontani nel tempo, accaduti all'interno dello stesso Comune (vedi la defunta "fabbrica del S. Andrea" riproposta come novità).

Tutto questo dovrebbe far riflettere, e non poco.

Il "curriculum" dello scrivente circa gli interventi (quasi sempre sgraditi, editi ed inediti) effettuati in tema di Beni Culturali vercellesi è raccolto nel sito www.archeovercelli.it e da chiunque visionabile, insieme al testo della bella lettera indirizzatami l'altr'anno dal Sindaco per farmi riflettere.

 

Con i migliori saluti (comunque decidiate di pubblicare o non pubblicare sarete compresi)

Giovanni Sommo

Seguono alcuni recenti documenti

 

PARTONO I GRANDI LAVORI PER RIFARE IL LOOK AL CENTRO STORICO DI VERCELLI

Via Verdi chiusa fino al 2004

E giovedì scavo archeologico in piazza Cavour

 

VERCELLI

 

Da oggi e fino al 28 ottobre in piazza Cavour i tecnici della ditta Civ rivoluzioneranno il look dell´agorà più importante di Vercelli: rifaranno il selciato, cambieranno l´illuminazione, sistemeranno scivoli in legno tra i portici e la piazza. Non prima però di giovedì, quando la Soprintendenza ai beni archeologici di Torino effettuerà degli scavi di prova per verificare che nel sottosuolo non ci siano reperti &laqno;troppo» importanti. E c´è da sperare che davvero non vengano alla luce manufatti pregiati, così che i lavori di maquillage possano iniziare senza ritardi. L´impegno dell´amministrazione (che per ora sta rispettando i tempi) è di inaugurare la piazza entro novembre, così da non creare problemi allo shopping natalizio. Non sarà così invece per via Verdi, i cui lavori inizieranno oggi, ma che si protrarranno fino all´inizio del prossimo anno. Da subito non sarà transitabile il tratto di strada tra piazza Cavour e via San Michele. Quindi Atena, impegnata a rifare i sottoservizi, chiuderà il secondo lotto, tra via San Michele e via Feliciano di Gattinara, per poi arrivare (terza parte dei lavori) fino all´incrocio con via Monte di Pietà. Solo dopo aver rifatto gli impianti di luce, acqua e gas, il Comune darà il via ai lavori di restyling vero e proprio. E per i commercianti di questa via non c´è nessuna speranza che i lavori possano concludersi prima di Natale. &laqno;Il disagio - aveva sottolineato l´assessore Michele Cressano - sarà comunque ridotto grazie alla frammentazione degli interventi».

 

d. b.

ALTRI GUAI PER IL GIOIELLO DI VERCELLI: IL PAVIMENTO E´ A PEZZI E VA IN FRANTUMI IL BASAMENTO DEL CROCIFISSO

Sant´Andrea si sta sgretolando

Le colonne scure vicino all´altare sembrano erose

 

VERCELLI

 

Il bel Sant´Andrea va a pezzi. Preoccupati, alcuni fedeli sono venuti ieri alla Stampa e ci hanno detto di andare vedere. Così, abbiamo potuto constatare che l´interno del tesoro (di proprietà comunale) più prezioso di Vercelli lascia alquanto a desiderare. In particolare, si stanno erodendo le colonne scure accanto all´altar maggiore: il Comune ha già cercato di porvi riparo sistemando alcuni rinforzi, ma il degrado delle colonne è davvero generale e forse occorrerà fare ben altro che la semplice operazione di rattoppo compiuta nei giorni scorsi. Anche il pavimento - sempre verso l´altare - sta andando letteralmenmte a pezzi così come si sta pure sbriciolando il basamento sul quale si trova una delle opere più preziose e care ai vercellesi: il Crocifisso in legno (forse del `300) nella cappella a sinistra guardando l´altar maggiore. Del preziosissimo Coro che avrebbe bisogno di un restauro radicale abbiamo già parlato a lungo nei mesi scorsi. Ma se la situazione all´interno della basilica non è delle migliori (per usare un eufemismo), c´è da rilevare che il sacrestano ha dovuto cintare l´altro giorno, all´esterno, il lato del grande rosone perchè c´è il pericolo che si stacchi qualcosa sulla sommità, dove si trovano le colonnine. Sarebbe quanto mai necessario dare vita (e su questo anche il sindaco Bagnasco sembrava d´accordo) alla &laqno;fabbrica del Sant´Andrea», idea da sempre perorata dal presidente dell´Istituto di Belle Arti Amedeo Corio (che aveva costituito qualcosa di analogo per il recupero di Santa Chiara) e recentemente ripresa dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Dario Casalini: un gruppo di tecnici pronti ad intervenire immediatamente per riparare i piccoli dan

ni, prima che si aggravino. Adesso Sant´Andrea ne avrebbe proprio bisogno.

 

e. d. m.

 

Copyright ©2002 La Stampa

FA DISCUTERE IL REPORTAGE FOTOGRAFICO DEDICATO IERI DALLA STAMPA AL TESORO DI VERCELLI CHE STA ANDANDO IN ROVINA

Sant´Andrea, ci vorrebbero 30 miliardi

Lo sostiene Cressano, analizzando i mali della basilica

 

VERCELLI

 

&laqno;Per rimettere a posto la basilica di Sant´Andrea, all´interno e all´esterno si dovrebbe aprire un cantiere unico per almeno sette o otto anni, a soprattutto ci vorrebbero 30 miliardi di vecchie lire». E´ la risposta dell´assessore comunale ai Lavori pubblici, Michele Cressano, alla &laqno;crisi» strutturale che investe senza pietà una tra le più antiche e belle chiese del Piemonte. &laqno;Ma noi non abbiamo tutti questi soldi - continua Cressano - e dunque interveniamo in base alle disponibilità economiche nostre e della Soprintendenza». Ma proprio la Soprintendenza ha appena concluso lavori esterni, al transetto, che sono durati anni, e già il sacrestano ha dovuto transennare il lato del grande rosone per evitare che qualche mattone cada in testa ai turisti. &laqno;In effetti - continua Cressano - la Soprintendenza aveva chiesto al ministero un ulteriore stanziamento di 400 milioni di lire per completare il consolidamento della facciata. Avremo con i tecnici di Torino un incontro alla metà di aprile e chiederemo a che punto è la pratica». Se l´esterno si sgretola, l´interno non sta meglio: colonnine corrose dai secoli, pavimento in cotto pesto che si stacca, intarsi di legno del coro che cadono a terra, organo muto, e così via. &laqno;Qualcosa abbiamo fatto - assicura l'assessore -. Ad esempio il pavimento è stato rimesso a posto da pochissimi mesi. Andremo di nuovo a verificare la bontà dei lavori. E abbiamo anche consolidato le colonne». Non sarebbe meglio però rendere organici gli interventi e accogliere il suggerimento del presidente della Fondazione Carisver, Dario Casalini, e del presidente del Belle Arti, Amedeo Corio, e dare vita alla &laqno;Fabbrica del Sant´Andrea»? &laqno;Tutti hanno ragione - conclude Cressano - ma per fare abbiamo bisogno di soldi. Il Comune non può intervenire da solo su un progetto di queste dimensioni».

 

d. b.

 

IL RITROVAMENTO A LIVORNO FERRARIS

Gli scavi per la Tav fanno venire alla luce resti di epoca romana

 

 

LIVORNO FERRARIS

 

Un insediamento rustico di epoca romana assegnabile alla prima età imperiale (I-II secolo d. C.) è emerso in via Alice, nel territorio di Livorno Ferraris, in seguito ai lavori di costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità: lo segnala il consigliere comunale Mario Capellino che, con un'interpellanza, ne chiede notizie al sindaco, Giovanni Franco Giuliano. Dagli scavi sarebbero emersi resti di strutture murarie in ciottoli e numerose tombe. &laqno;L'analisi dei dati raccolti durante lo scavo - scrive Capellino - permetterà di definire le fasi di vita e di abbandono del sito, che si presenta come un insediamento importante; è un esempio del processo di romanizzazione del territorio settentrionale, databile tra gli ultimi tempi della repubblica ed i primi secoli dell'impero». D'altronde il territorio di Livorno non è nuovo a ritrovamenti archeologici: già padre Luigi Bruzza ricorda che proprio da Livorno proviene il &laqno;miliario dei Tetrarchi», attualmente nella sala romana del Museo Leone. Si tratta di una colonna miliaria che reca i nomi degli imperatori Diocleziano e Massimiano e dei cesari Flavio Costanzo e Galerio: serviva da paracarro all'angolo di una casa del paese. Nel suo documento, il consigliere Capellino chiede di conoscere quali e quanti reperti siano emersi e inventariati, se esista la possibilità di istituire in paese un locale apposito per ospitarli, e quali iniziative il Comune intenda intraprendere perchè sul &laqno;sito livornese» vengano divulgate informazioni scientifiche.

 

w. ca.

 

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