Museo Civico Archeologico: Atti istitutivi

delibera 2007

delibera 2008

La genesi

Perché vorremmo che fosse intitolato a Luigi Bruzza

In un documento rotariano del 2004 la possibile genesi dell'attenzione municipale al patrimonio archeologico

Una lettera al giornale, forse richiesta...

Le battaglie dimenticate.... quando non era di moda.

E la raccolta di firme di archeovercelli? dite la verità! ve l' eravate dimenticata! "Damnata" memoria!

 

GIUNTA COMUNALE ­ ADUNANZA DEL 21 AGOSTO 2007

OGGETTO N. 299

ARCHEOLOGIA PER LA CITTA'. ATTO DI INDIRIZZO PER L'ISTITUZIONE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO.

 

IL SINDACO

 

Premesso che:

- l'Amministrazione comunale ha attivato numerose iniziative volte a valorizzare l'identità e la tipicità del territorio e l'ampio patrimonio ambientale, storico ed artistico della città, al fine di promuovere una diversa modalità di fruizione del sistema antropico, costruito e naturale oltre che rilanciare, qualificare e sviluppare nuove economie;

- l'identità, la competitività, l'innovazione e la sostenibilità rappresentano i grandi obiettivi del Programma integrato territoriale redatto da un ampio territorio che si riconosce come "Terra di mezzo" e di cui Vercelli è città capofila, programma di finanziamento il cui dossier di candidatura è stato approvato con deliberazione di Giunta Comunale del 2.07.07 n. 245, e presentato alla Regione Piemonte;

- il Programma integrato territoriale comprende, tra l'altro, la scheda E5 che riguarda il Polo culturale di Vercelli e la promozione e valorizzazione dei suoi "beni faro" al fine di rafforzare l'offerta culturale dell'intero territorio;

Considerato che:

- Vercelli, così come buona parte del territorio incluso nel PIT, evidenzia notevole rilievo archeologico ed i recenti scavi hanno portato in luce ampi squarci della città antica, la cui valorizzazione, in un sistema di percorsi di visita può riportare luce sulle caratteristiche della vita pubblica e privata dell'antico municipio romano di Vercellae;

- tale sistema opportunamente integrato da una esposizione museale adeguata e aggiornata può divenire risorsa;

Dato atto che:

- la scheda comprende diversi interventi materiali ed immateriali tra cui quelli elencati come E.5.1 e E.5.2, che prevedono tra il resto, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica del Piemonte, la creazione di un percorso archeologico cittadino e l'istituzione del Museo Civico Archeologico;

Considerato che:

- la città non dispone di spazi dedicati esclusivamente all'archeologia, fatta eccezione per le sale del Museo Leone, di proprietà privata e allestito con criteri che lo rendono "collezione conclusa" e non più incrementabile;

- il Museo Civico Archeologico, potrebbe divenire naturale sede espositiva dei risultati della più recente e ricca indagine archeologica cittadina e del cospicuo materiale proveniente dagli scavi e dal territorio dipendente dal municipio, già in parte oggi depositato presso la Soprintendenza di Torino;

- il Museo può proporre l'integrazione dei percorsi archeologici cittadini e divulgare le conoscenze sulla formazione più antica della città, abitata dalla popolazione celtica dei Libui, sulla sua evoluzione da villaggio a città pianificata, in età imperiale romana, fino alla crisi del tardo antico e dell'alto medioevo;

- attraverso i numerosi materiali (ceramiche, vetri, monete, frammenti architettonici, statuaria in marmo e bronzo, epigrafi) si potranno ripercorrere nel tempo i vari aspetti sia della vita domestica e pubblica sia di quella religiosa, di cui ampia parte collegata alla sfera funeraria;

Verificato che:

- sono disponibili alcuni spazi di proprietà della città, già oggetto di restauro, che possono divenire luogo di idoneo allestimento museale in quanto dotati di adeguati sistemi di controllo e sorveglianza;

Valutato inoltre di approfondire dal punto di vista della fattibilità tecnico-economica tale scelta e condividere questa soluzione con la Soprintendenza Archeologica del Piemonte al fine di attivare con la stessa un corretto progetto di allestimento;

Dato atto che la soluzione riguarda la manica medioevale del più ampio complesso di Santa Chiara già sede di esposizioni temporanee e pertanto inserito nei circuiti turistici della Città;

Ritenuto di provvedere in merito e di dare mandato al Direttore del Settore Sviluppo Urbano ed Economico di provvedere agli approfondimenti e verifiche;

Attesa la competenza della Giunta Comunale a deliberare in relazione al combinato disposto degli artt. 42 e 48 del D.Lgs. 18.8.2000, n. 267;

 

Formula la seguente proposta di deliberazione:

 

1. di riconoscere l'istituzione del Museo Civico Archeologico come obiettivo in quanto strumento per la valorizzazione del patrimonio storico artistico del territorio e di rilancio e qualificazione della Città di Vercelli;

2. di avviare la collaborazione con la Soprintendenza archeologica del Piemonte, per dare sede ai rinvenimenti, risultato della più recente e ricca indagine archeologica cittadina e al cospicuo materiale proveniente dagli scavi e dal territorio dipendente dal municipio, per le motivazioni esposte in premessa;

3. di individuare la manica medioevale, parte del più ampio complesso di Santa Chiara, come spazio idoneo a tale destinazione;

4. dare mandato al Direttore del Settore Sviluppo Urbano ed Economico di avviare l'approfondimento dal punto di vista della fattibilità tecnico-economica e provvedere a sviluppare gli atti conseguenti;

5. di nominare quale Responsabile del Procedimento il Direttore del Settore Sviluppo Urbano ed Economico, arch. Liliana Patriarca.


 

 

GIUNTA COMUNALE ­ ADUNANZA DEL 29 LUGLIO 2008

OGGETTO N. 337

MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO DELLA CITTÀ DI VERCELLI - APPROVAZIONE DEL PROTOCOLLO DI INTESA CON LA SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DEL PIEMONTE.

 

 

IL SINDACO

 

Premesso che:

· Vercelli evidenzia notevole rilievo archeologico ed i recenti scavi hanno portato in luce ampi squarci della città antica, la cui valorizzazione in un sistema di percorsi di visita può riportare luce sulle caratteristiche della vita pubblica e privata dell'antico municipio romano di Vercellae;

· tale sistema opportunamente integrato da una esposizione museale adeguata e aggiornata può divenire risorsa;

· l'Amministrazione Comunale ha attivato numerose iniziative volte a valorizzare l'identità e la tipicità del territorio e l'ampio patrimonio ambientale, storico ed artistico della città al fine di promuovere una diversa modalità di fruizione del sistema antropico, costruito e naturale oltre che rilanciare, qualificare e sviluppare nuove economie;

· la città non dispone di spazi dedicati esclusivamente all'archeologia, fatta eccezione per le sale del Museo Leone, di proprietà privata ed allestito con criteri che lo rendono "collezione conclusa" e non più incrementabile;

· il Museo Civico Archeologico potrebbe divenire naturale sede espositiva dei risultati della più recente e ricca indagine archeologica cittadina e del cospicuo materiale proveniente dagli scavi e dal territorio dipendente dal municipio, già in parte oggi depositato presso la Soprintendenza di Torino;

· il Museo può proporre l'integrazione con i percorsi archeologici cittadini e divulgare le conoscenze sulla formazione più antica della città, abitata dalla popolazione celtica dei Libui, sulla sua evoluzione da villaggio a città pianificata, in età imperiale romana, fino alla crisi del tardo antico e dell'alto medioevo;

Richiamata in merito la deliberazione n. 299 assunta in data 21 agosto 2007 con la quale la Giunta Comunale:

· ha individuato nella istituzione del Museo Civico Archeologico, da insediarsi negli spazi della manica medioevale del complesso di Santa Chiara, lo strumento per la valorizzazione del patrimonio storico artistico del territorio e di rilancio e qualificazione della Città di Vercelli;

· ha stabilito di avviare la collaborazione con la Soprintendenza Archeologica del Piemonte al fine di procedere all'approfondimento dal punto di vista della fattibilità tecnico-economica del progetto;

Atteso che il contributo della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, con cui da tempo è stata attivata una proficua collaborazione, è necessario per la verifica della idoneità degli spazi individuati al fine di un corretto progetto di allestimento ed è essenziale per definire il progetto museografico e dare corpo al Museo medesimo;

Visto lo schema di protocollo di intesa allegato, predisposto dal Direttore del Settore Sviluppo Urbano ed Economico, con il quale sono determinati i criteri, la metodologia, i contenuti e gli obiettivi della collaborazione e del programma di lavoro da svilupparsi per la istituzione del Museo Civico Archeologico;

Ritenuto che lo schema di protocollo redatto sia conforme agli indirizzi a suo tempo formulati dall'Amministrazione;

Dato atto della disponibilità al capitolo 8568000 del Bilancio di Previsione 2008 di apposite adeguate risorse da destinare alla copertura delle spese connesse e derivanti dalla realizzazione delle attività in questione;

Attesa la competenza della Giunta Comunale a deliberare in relazione al combinato disposto degli artt. 42 e 48 del D.Lgs. 18.8.2000, n. 267;

Formula la seguente proposta di deliberazione:

1. di approvare, per le ragioni di cui in premessa, l'allegato schema di Protocollo d'Intesa che verrà sottoscritto tra il Comune di Vercelli e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte;

2. di nominare quale Responsabile del procedimento il Dirigente del Settore Sviluppo Urbano ed Economico, Arch. Liliana Patriarca.

Parere di regolarità tecnica

La sottoscritta Arch. Liliana Patriarca, Direttore del Settore Sviluppo Urbano ed Economico, ai sensi dell'art. 49 del D.Lgs. 18.8.2000, n. 267 e dell'art. 73, 5° comma, dello Statuto Comunale, esprime parere favorevole in merito alla regolarità tecnica del presente atto.

 

IL DIRETTORE DEL SETTORE

SVILUPPO URBANO ED ECONOMICO

(Arch. Liliana PATRIARCA)

 

Parere di regolarità contabile

Il sottoscritto, Direttore del Settore Bilancio, Finanza e Tributi, ai sensi dell'art. 49 del D.Lgs 18.8.2000, n. 267 e dell'art. 73, 5° comma, dello Statuto Comunale, esprime parere favorevole, in merito alla regolarità contabile del presente atto.

 

IL DIRETTORE DEL SETTORE BILANCIO, FINANZA E TRIBUTI

(Dr. Silvano ARDIZZONE)

 

 

LA GIUNTA COMUNALE

 

Vista la proposta di deliberazione, relativa all'oggetto, formulata dal Sindaco;

Visti:

il parere favorevole in ordine alla regolarità tecnica, espresso dal Direttore del Settore Sviluppo Urbano ed Economico, arch. Liliana Patriarca, ai sensi dell'art. 49 del D.Lgs. n. 267/2000;

il parere favorevole in ordine alla regolarità contabile espresso dal Direttore del Settore Bilancio, Finanza e Tributi, ai sensi dell'art. 49 del D.Lgs. n. 267/2000;

Ad unanimità di voti favorevoli, espressi per alzata di mano dai presenti;

 

DELIBERA

Di approvare la proposta di deliberazione, nel testo risultante dal documento che precede.

Successivamente,

LA GIUNTA COMUNALE

Con voti favorevoli unanimi, espressi palesemente;

DELIBERA

di dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile, ai sensi dell'art. 34, 3° comma, dello Statuto Comunale, stante l'urgenza di provvedere in merito.

 

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MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO DELLA CITTÀ DI VERCELLI - PROTOCOLLO DI INTESA TRA LA CITTA' DI VERCELLI E LA SOPRINTENDENZA AI BENI ARCHEOLOGICI DELLA REGIONE PIEMONTE

 

 

L'anno 2008, il giorno ____ del mese di ______, in una Sala della Sede municipale della Città di Vercelli,

TRA

- la Città di Vercelli, rappresentata dal Sindaco, avv.to Andrea Corsaro, domiciliata per la carica in Piazza del Municipio n. 5 , Vercelli;

E

- la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Regione Piemonte, rappresentata dal Soprintendente Dott.ssa Marina Sapelli Ragni;

 

PREMESSO CHE

- al fine di valorizzare l'identità e la tipicità del territorio e l'ampio patrimonio ambientale, storico ed artistico della Città, l'Amministrazione Comunale con deliberazione di Giunta Comunale del 21 agosto 2007, n. 299, ha stabilito di istituire il Museo Civico Archeologico;

- il Museo può permettere l'integrazione dei percorsi archeologici cittadini e divulgare le conoscenze sulla formazione più antica della città, attraverso i numerosi materiali (ceramiche, vetri, monete, frammenti architettonici, statuaria in marmo e bronzo, epigrafi);

- con la stessa deliberazione la Giunta Comunale ha individuato come sede museale la manica medioevale del complesso di Santa Chiara, riconoscendo il primo piano dell'edificio quale spazio idoneo a tale destinazione;

- l'Amministrazione Comunale valuta opportuno verificare preventivamente se dal punto di vista della fattibilità tecnico-economica lo spazio individuato sia adeguato al fine di un corretto progetto di allestimento;

- il contributo della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, con cui da tempo è stata attivata una proficua collaborazione, è essenziale per definire il progetto museografico e dare corpo al Museo medesimo;

RILEVATO CHE

- la conoscenza e la tutela programmata dei Beni Archeologici rappresentano il fine principale del progetto con il quale si intende rispondere anche ad esigenze scientifiche e di gestione museale;

- gli obiettivi che si intendono perseguire ineriscono oltre che la conservazione dei reperti anche la valorizzazione della cultura locale e la promozione del territorio;

TUTTO CIÒ PREMESSO E CONSIDERATO

si conviene e si sottoscrive, fra le Amministrazioni interessate, la seguente proposta di intesa che prevede quanto segue:

1. OGGETTO DEL PROTOCOLLO DI INTESA

Nell'ambito delle rispettive competenze le Amministrazioni stipulanti l'intesa, ai fini del perseguimento della tutela e della valorizzazione delle presenze monumentali archeologiche, danno avvio ad un gruppo di lavoro per contribuire ad arricchire il confronto culturale mirato a delineare, nel modo più completo e approfondito, lo scenario in cui si troverà ad operare il Museo Civico Archeologico, coordinandone le attività e formulando indirizzi per la definizione del progetto museografico.

2. FINALITA'

Le Amministrazioni concordano relativamente al programma di lavoro da svilupparsi per la istituzione del Museo Civico Archeologico che il gruppo di lavoro dovrà:

1. documentare i migliori progetti e realizzazioni di musei archeologici analizzando le ricerche progettuali e gli esempi più avanzati sul genere;

2. analizzare il patrimonio messo a disposizione da parte della Soprintendenza e valutare i documenti, i reperti e i materiali da recuperare o produrre per l'esposizione;

3. ideare un museo (inteso sia come contenuti che come spazio espositivo) aperto ed integrato con lo spazio fisico della città in una prospettiva culturale dinamica;

4. valutare la struttura edilizia e gli ambienti, messi a disposizione da parte dell'Amministrazione Comunale in relazione al percorso allestitivo ed espositivo, e ideare uno spazio capace di restituire, attraverso le sezioni espositive, le storie degli uomini del territorio, le edificazioni che hanno strutturato la città di fondazione, gli aspetti più significativi della quotidianità nel tempo e nel vercellese;

5. stimare i costi ed i tempi relativi all'allestimento, ai sistemi di sicurezza e della futura gestione.

Valutato che il gruppo di lavoro deve essere composto da soggetti che apportino competenze diversificate ed integrate, in materia archeologica, architettonica e "di comunicazione" e che tali figure non sono disponibili all'interno delle strutture organizzative degli Enti in relazione ai carichi di lavoro per compiti ed attività già in essere, le Amministrazioni concordano della necessità di reperire queste specifiche competenze e professionalità all'esterno, attribuendo il compito a soggetti di comprovata esperienza, conoscenza del territorio e capacità.

Lo studio di fattibilità, prodotto dal Gruppo di lavoro, sarà strumento per la ricerca di ulteriori finanziamenti utili alla concretizzazione dell'iniziativa.

3. IMPEGNI DEI SOGGETTI SOTTOSCRITTORI DEL PROTOCOLLO DI INTESA

Gli Enti, ognuno per la propria competenza, si impegnano a fornire al Gruppo di lavoro l'indirizzo ed il supporto e monitorare l'attività ed i tempi di sviluppo della stessa.

La Soprintendenza ai Beni Archeologici della Regione Piemonte si impegna collaborare all'individuazione dei professionisti e gestire il livello di informazioni per la redazione delle analisi.

La Città di Vercelli si impegna a incaricare i professionisti e rendere disponibili informazioni, strumenti e documenti per le attività da sviluppare e successivamente a realizzare gli interventi per la concretizzazione del Museo, avvalendosi delle proprie risorse appositamente destinate.

Gli Enti si impegnano inoltre alla ricerca di finanziamenti per l'istituzione del Museo Civico Archeologico.

 

La Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte

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La Città di Vercelli

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Sembrerebbe doveroso intitolare il Civico Museo Archeologico a Luigi Bruzza che fu promotore del Museo Lapidario e sostenitore dell'importanza dell'archeologia vercellese già alla metà dell'Ottocento. Per quanto egli fece per la città ne ebbe la cittadinanza onoraria e, a nostro avviso, non può esservi Museo Archeologico Civico a Vercelli senza che se ne onori la memoria.

Conosciamolo meglio.

Riportiamo qui i dati essenziali della interessantissima riunione rotariana dell'aprile 2004 che forse ha giocato un ruolo fondamentale nella genesi del novello interesse municipale ai destini del patrimonio archeologico vercellese. Inoltre, essendo il dottor Casagrande un concittadino, sembrerebbe smentito il detto che riguarda i profeti in patria. Alla riunione era presente il futuro Sindaco che forse proprio in quella sede si sarà convinto delle potenzialità dell'archeologia vercellese. Del resto era tempo!

[...]

 

RIUNIONE CONVIVIALE DEL 21 APRILE 2004 (489ª)

ORE 20 ­ CIRCOLO RICREATIVO

Relatore: il Dott. Davide CASAGRANDE.

 

Soci presenti: [fra gli altri] Corsaro

 

Al termine del convivio il Presidente presenta brevemente il relatore prima di cedergli la parola.

Davide Casagrande è nato nel 1970 a Vercelli, dove ha compiuto gli studi liceali prima di frequentare l'università a Torino.

Da oltre 10 anni si occupa di scavi archeologici, rilievi e ricerche, in varie località italiane soprattutto del nord, talvolta con responsabilità direttive.

Ha collaborato con l'Università di Torino e collabora tuttora con le Sovrintendenze Archeologiche del Piemonte, della Valle d'Aosta, del Trentino-Alto Adige e del Friuli- Venezia Giulia.

E' consulente archeologico della Capitolium s.n.c. di Roma.

Coopera anche a progetti didattici e divulgativi, quale lo scavo archeologico simulato, realizzato dal Museo Leone con il sostegno finanziario della Fondazione Biverbanca e della Provincia di Vercelli.

Col supporto di numerose immagini il relatore fornisce una sintetica ma avvincente panoramica del patrimonio archeologico vercellese (il più importante del Piemonte), imponente ma non valorizzato, se non addirittura ignorato e occultato.

Egli osserva preliminarmente che non mancano altrove esempi, cui faremmo bene ad ispirarci, di beni archeologici adeguatamente valorizzati.

Cita in particolare Trento, ove è stato reso fruibile uno spazio archeologico, nel sottosuolo del Teatro e della prospiciente piazza Battisti, e sono stati valorizzati i reperti romani di piazza del Duomo.

Cita inoltre Alba, ove sono emersi interessanti reperti sotto l'edificio che ospitava la Cassa di Risparmio di Cuneo ed è stata realizzata da un privato una tavernetta che incorpora strutture e mosaici romani.

Ben maggiore è tuttavia la quantità e l'importanza dei beni archeologici di Vercelli, città che esiste dal V secolo a.C. (è la più antica del Piemonte).

Si conosce l'esistenza di un anfiteatro romano tra viale Rimembranza e corso Casale; di un porto fluviale dietro via Pastrengo; di una sttruttura ellittica ( residuo di un anfiteatro o di un serbatoio d'acqua), scoperta nel 1929 sotto il Teatro Civico e riprodotta in un modello esposto al Museo della Romanità dell'EUR; di poderosi resti murari; di edifici (forse tombe) dietro il Seminario; di una casa patrizia in via Ferraris; di altri reperti in piazza Cavour e a fianco del Tribunale, di un'enorme necropoli tra corso Casale e corso Prestinari; di un villaggio romano a Caresanablot, davanti allo stabilimento Vogliazzi; di una pista del I secolo a.C. sempre a Caresanablot lungo il Cervo, preservataci intatta dal fango di un'alluvione; di recenti reperti presso la Croce di Malta.

Anche tra Bianzè e Livorno Ferraris i lavori dell'Alta Velocità hanno portato alla luce una necropoli di circa 140 tombe.

La notevole distanza tra i vari ritrovamenti fa pensare ad un insediamento di grande importanza civile e commerciale e di rilevanti dimensioni, presumibilmente interagente sia con il Piemonte che con la Lombardia. Si può supporre che la Vercelli romana sia stata ben più ampia di quella medioevale e si sia poi contratta in una cittadella fortificata: da questo processo sarebbe derivata la centralità di Piazza Cavour.

Agli scavi in corso Prestinari il relatore dedica molte interessanti immagini. Si tratta di una necropoli, poi ampliata a zona residenziale, in cui si reperiscono, tra l'altro, fosse di drenaggio, riempite di anfore o cocci, e pozzi, le cui pareti sono rivestite di pietre, o mattoni di argilla, o mattoni di legno a incastro. Le tombe contengono per lo più ceneri, ma si è riscontrata anche qualche inumazione, probabile frutto di residue tradizioni preesistenti. Son stati recuperati gli oggetti più disparati (tra cui alcune caligae: le calzature militari dell'epoca), inviati ad un centro di Como per studi più specifici.

Al termine della relazione intervengono:

il Presidente , che chiede se si riscontrino casi di trafugamento di beni archeologici. Il relatore risponde che il fenomeno si verifica tuttora, peraltro più frequentemente nel Centro-Sud, dove e più facile trovare oggetti di elevato valore venale;

C, che osserva come la Vercelli attuale sia a una quota superiore di qualche metro a quella dei reperti archeologici e si chiede, se, nel corso dei secoli, le ricostruzioni non siano avvenute a quote via via più elevate, anche per miglior difesa dalle esondazioni del Sesia. Il relatore precisa che solo Piazza Cavour e dintorni si trovano su una sorta di dosso artificiale generato dalle successive ricostruzioni: in corso Prestinari, ad esempio, i reperti affiorano ad una profondità di 1,5 metri, di cui 1,3 riferibili a riporti del diciannovesimo e ventesimo secolo;

C, che rileva il contrasto tra l'antico prestigio di Vercelli e la decadenza attuale e, in riferimento alla tavernetta di Alba, si chiede fino a che punto la valorizzazione dei beni archeologici possa conciliarsi con gli interessi e le possibilità economiche dei privati. Il relatore ritiene che soluzioni adeguate possano derivare dall'incontro tra disponibilità dei privati, equilibrio della pubblica Amministrazione ed elevate capacità progettuali. Certamente non è condivisibile la scelta di occultare i reperti per evitare complicazioni, praticata, ad esempio, nei confronti del porto fluviale di Vercelli (sigillato sotto un condominio) o - con riferimento a strutture moderne e, tuttavia, di un certo interesse - dei rifugi antiaerei di Piazza Cavour;

M, che chiede se vi sia un progetto per la gestione dei reperti che stanno emergendo nei cantieri dell'Alta Velocità. Il relatore risponde in termini negativi, osservando peraltro che, per la gestione di grossi progetti, occorrerebbero strumenti normativi più moderni della legge del 1939, i quali, con gli opportuni controlli, dessero spazio anche ai privati;

B, che chiede se tra i beni archeologici vercellesi ve ne siano di eccezionale rilevanza. Il relatore risponde che vi sono reperti molto importanti, nessuno dei quali può però essere considerato un "pezzo unico";

B, che tocca l'argomento dei beni persi, tra i quali il relatore annovera il porto fluviale e, per quanto concerne Trino, un'intera ala del Castello, distrutta negli anni '60.

[...]

Il documento completo è reperibile al seguente indirizzo: http://www.vercellisantandrearotary2030.org/attachments/bollettini/bollettino%20121.doc

Una lettera al giornale, forse richiesta dalla necessità di una istanza locale per dar corso alla deliberazione, promuove il Museo.

 

06-03-2007, LA STAMPA, VERCELLI, pag.70  

La Posta dei lettori.

A Vercelli un museo archeologico civico.

Dall'edizione del primo numero dei Quaderni della Soprintendenza archeologica del Piemonte, nel 1982, al ventesimo, risalente al 2004, sono 117 i siti archeologici di Vercelli e provincia di cui si e' dato conto, dalla preistoria all'epoca contemporanea; attraverso contributi specifici ovvero - piu' spesso - con notizie preliminari. Certo nel novero sono comprese, fino al 1995, anche localita' successivamente passate in provincia di Biella; ma la stragrande maggioranza dei siti indagati rientra nell'attuale Vercellese. E non sono tutti, perche' di alcune indagini non si e' ancora fatto cenno. A questa bibliografia vanno aggiunte le pubblicazioni definitive di ricerche svolte in quest'ultimo ventennio da Soprintendenza e/o Universita': come ad esempio lo scavo presso il Monastero della Visitazione - ora sede dell'Archivio di Stato - a Vercelli (1994); o le indagini presso la basilica di San Michele in insula a Trino (1999). E i lavori elaborati a partire da ricerche di superficie e d'archivio, come quella svolta dal gruppo coordinato da Giovanni Sommo sui luoghi fortificati. Studi nell'ambito dei quali sono state elaborate sintesi di piu' vasto raggio, per l'ambiente urbano e suburbano. La punta di un iceberg fatto di decine di migliaia di reperti, conservati in deposito presso i magazzini della Soprintendenza archeologica del Piemonte, a Torino. Fonti - perche' anche i manufatti sono fonti storiche, se li si sa interrogare - che si aggiungono ai vecchi ritrovamenti, ad esempio quelli conservati ed esposti presso il Museo Leone, oggetto di varie e meritorie pubblicazioni, ma solitamente avulsi dal contesto di ritrovamento e quindi forieri di limitate informazioni. Alcuni reperti vercellesi sono esposti presso il Museo di antichita' di Torino (sezione territoriale), ma - ovviamente - in un quadro regionale, che limita fortemente il contributo di una piccola provincia come la nostra. I manufatti rinvenuti dagli archeologi nel corso delle ricerche, dirette dai funzionari della Soprintendenza, sono ordinati secondo le sequenze stratigrafiche ricostruite; e i loro contesti di ritrovamento sono inquadrati da relazioni preliminari, le quali sono la base di ogni eventuale studio approfondito dei siti, ovvero dell'elaborazione di sintesi che consentano di fare il punto sullo stato delle conoscenze. Si tratta cioe' di una banca dati che aspetta di essere interrogata. Operazione che talvolta avviene, ma che rimane confinata nell'ambito di contributi specialistici che non raggiungono l'opinione pubblica. E' chiaro dunque che siamo di fronte a una potenzialita' inespressa del nostro territorio, che potrebbe dar frutti con la creazione, secondo le linee guida della Soprintendenza - perche' i beni archeologici sono beni pubblici, e quindi non solo vercellesi -, di una realta' museale territoriale; che permetta il ritorno ai cittadini, attraverso l'esposizione di reperti e studi, del patrimonio archeologico vercellese. Non in maniera episodica - come peraltro e' gia' successo ad esempio, e con pieno merito, presso il Museo del Tesoro del Duomo, con la mostra &laqno;Il misero cibo» nel 2005 -, ma organica e strutturale. Sicuramente un'operazione che ha dei costi: per l'avvio e soprattutto per la gestione successiva; oltreche' di medio termine, e dunque non immediatamente remunerativa dal punto di vista politico. Ma con la quale, previa un'intesa comune e di lungo periodo fra le realta' locali, le Istituzioni pubbliche e private, Vercelli potrebbe dotarsi di un ulteriore elemento di attrazione dal punto di vista turistico e culturale. Nell'ottica di quella valorizzazione della storia del territorio che puo' ripercuotersi positivamente sulla collettivita' anche in termini economici. La Sezione di Vercelli di Italia Nostra si rende disponibile per approfondire le possibili iniziative volte a favorire l'istituzione di un Museo Archeologico Civico a Vercelli in stretta collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte.

GIOVANNI REINA PRESIDENTE ITALIA NOSTRA, VERCELLI

Le battaglie dimenticate... dal 1996, quando non era di moda

 

Vercelli 5 febbraio1996 La SESIA

Mi rivolgo nuovamente a Lei, egregio Direttore, per la questione del San Marco e della sua possibile destinazione a Museo Archeologico Nazionale e La ringrazio prima di tutto per lo spazio che vi ha dedicato in uno scorso numero.Un piccolo errore di trascrizione poteva far pensare che ritenessi minimi i costi da affrontare per una simile realizzazione, ma, fortunatamente, tutti hanno compreso quale fosse il reale contenuto della frase e molti concittadini, che ringrazio, hanno espresso il loro interesse per la possibile realizzazione del progetto. Molti tranne, ahimè, l'assessore competente, del quale dobbiamo registrare la cattiva volontà....[...]

Giovanni Sommo Direttore Gruppo Archeologico Vercellese

 

Vercelli 8 ottobre 2001 LA SESIA

Egregio Direttore

spero mi consenta di intervenire ancora una volta sulle sue pagine per ragionare di un argomento che molto mi stà a cuore, che molto mi è stato a cuore e che non smetterò di avere a cuore come Vercellese. Sono certo che non avrò risposta giacché il dibattito in città si è da tempo trasformato in una serie di monologhi, soprattutto su certi argomenti. Con l'occasione nel ringraziarla per aver voluto accogliere analogo sfogo alcuni anni or sono la vorrei aggiornare sull'esito di quelle due letterine senza risposta scritta da parte degli Amministratori. Fui chiamato per lettera dall'Assessore Mentigazzi che mi assicurò di avere in animo di prendere contatti con la Soprintendenza circa il Museo Archeologico in San Marco da me proposto e che mi avrebbe tenuto al corrente. Non ne seppi più nulla. Ma non dispero.[...] Figuratevi, cari concittadini, che da anni attendo di conoscere la decisione del nostro Assessore alla Cultura in merito alla proposta del Museo Archeologico avanzata dal sottoscritto pubblicamente al suo insediamento e che da trent'anni, da quando cioé nacque il Gruppo Archeologico Vercellese, attendo di vedere una sia pur minima forma di considerazione dei locali problemi di valorizzazione e tutela archeologica da parte delle amministrazioni civiche (archeologo municipale, ufficio dedicato, museo archeologico, ecc.) [...]

Giovanni Sommo

 

Vercelli 2 novemrbre 2001 LA SESIA - LA STAMPA

Egregio Direttore,

torniamo per un' ultima volta, se sarà così gentile da ospitarmi, sul tema dell'archeologia Vercellese.

VERCELLI: UN' ARCHEOLOGIA INSOSTENIBILE

Ho letto con interesse i pittoreschi, ma sostanzialmente fondati, articoli sull'anfiteatro, e non so se - casualmente o no - essi fossero da porre in relazione al dibattito che si voleva innescare. Comunque sia, a distanza di anni dalle ultime scoperte in quella zona di porta Casale, trovo anomalo che, anche in questo caso, il Comune cerchi di dimenticare le potenzialità archeologiche della città e la necessità di valorizzarle, tanto sottolineata ed enfatizzata in campagna elettorale, anche utilizzando il caso specifico. Altra anomalia è la mancata pubblicazione dei dati completi di scavo nella zona dell'anfiteatro da parte della stessa Soprintendenza. Rilevando poi che i problemi dell'archeologia vercellese sono sostanzialmente legati ad un rapporto scorretto fra Istituzioni pubbliche centrali e territoriali, soggetti non istituzionali (Università, Associazioni, "esperti" e quant'altro) e comunità locale, mi preme ricordare che da tali rapporti non corretti hanno origine tutti i mali della nostra archeologia, ed in generale della gestione del patrimonio culturale vercellese. Nel mio precedente intervento avevo elencato alcune situazioni che attendono da decenni una soluzione urbanistica e, introducendo la questione del Museo Archeologico, lamentavo come tutti i materiali locali da troppo tempo prendano la via di Torino. Abbiamo così una città che avrebbe estremo bisogno di rilanciarsi culturalmente, che non ha alcun progetto in questo senso e che non muta negli anni un atteggiamento che sarebbe poco definire apatico o negligente e passivo. Pesano inoltre sull'archeologia vercellese errori ed omissioni imperdonabili che partendo dalla distruzione della necropoli protostorica di via Nigra e passando per il saccheggio sistematico dell'area necropolare di S.Bartolomeo (tollerato o in qualche modo favorito dalla generale insipienza) giungono sino al più recente abbandono della "domus" di S. Stefano, alla questione dell'anfiteatro, alla misteriosa gestione dello scavo dell'area portuale di via Pastrengo e alla totale carenza di programmazione, in generale, sul centro storico e sulla creazione di opportuni contenitori locali per l'esposizione e fruizione pubblica della grande e importante messe di reperti che in vent'anni si è accumulata nei depositi torinesi. I soggetti interessati al problema sono molti e dovrebbero interagire positivamente fra loro per la riparazione dei guasti e per una programmazione lungimirante che vada oltre l'ambito politico delle singole amministrazioni, con l'obiettivo di far crescere la città in questo ed altri campi strategici.Tuttavia ciò non avviene per molti motivi, primo fra tutti l'assenza di una regia locale, stabile e credibile. Il Comune di Vercelli in questo ultimo decennio ha infatti operato per quanto poteva nella direzione opposta, impoverendo notevolmente e volutamente le sue stesse risorse e il proprio impegno istituzionale in campo culturale, forse sperando di ottenere risultati a breve termine attraverso una incentivazione del flusso turistico, delle visite guidate, della "vendibilità" della città, dimenticando tuttavia, o quanto meno trascurando, il ruolo centrale della municipalità nella gestione e programmazione armonica delle risorse, locali ed esterne. Ciò è stato deleterio, come deleteria è stata la politica -o se preferite non politica- del S. Chiara. La questione centrale, anche per gli interessi legittimi che vi sono legati, è comunque urbanistica. Il Comune continua a subire il problema archeologico come un male necessario, mentre dovrebbe gestirlo e regolamentarlo in prima persona a beneficio della comunità, tenendo nel giusto conto i riflessi di tipo urbanistico che esso comporta (nuove costruzioni, progettazione dello sviluppo urbano e relativi "rischi") e i possibili investimenti nella direzione della valorizzazione del patrimonio ingente custodito dalla città. In realtà il Comune non ha mai (mi riferisco alla mia esperienza trentennale) accettato di scendere in campo per prendere le redini del problema, preferendo cedere una delega in bianco agli uffici statali preposti, evitando sì di affrontare una questione spinosa e tutto sommato ritenuta poco rilevante, ma posponendo solo il momento della verità ed aggravando l'accumulo di situazioni irrisolte che sono sotto gli occhi di tutti nella gestione del centro storico. Oggi sappiamo che Vercelli è uno dei centri urbani più antichi del Piemonte e che la sua potenzialità archeologica resta altissima nonostante i moltissimi sfregi. Questo dato dovrebbe essere solo positivo per un comune che punta sulla propria riqualificazione in campo culturale e turistico, ma occorre gestire tutte le problematiche connesse e non mettere la testa nella sabbia come si è comodamente fatto per troppo tempo. E' bene che i concittadini sappiano come altrove, in città come Milano (che ci è molto vicina per storia ma non per gestione dei problemi in campo archeologico), questo settore faccia parte della storia dell'amministrazione civica da molti anni. L'urbanistica milanese ha un monitoraggio quotidiano della situazione archeologica, ha prodotto una carta dei rischi per i costruttori, collabora con le istituzioni preposte e si avvale di proprio personale, dell'Università, delle Associazioni presenti sul territorio e del proprio circuito museale per gestire e dirigere il proprio patrimonio archeologico con successo (si vedano gli scavi per la metropolitana) e con positiva ricaduta in campo turistico e culturale. Dunque non resterebbe che agire in questa direzione e, sebbene con ritardo imperdonabile e in scala ridotta, si vedrebbero i primi risultati. Capisaldi di questa azione di recupero del tempo perduto potrebbero essere, oltre a una dichiarazione di intenti fattiva e irrevocabile, e ad un periodico tavolo di discussione aperto alle componenti locali, la progettazione di un Museo Archeologico, la creazione di un tim di lavoro in seno all'urbanistica per la valutazione dei rischi e il monitoraggio accurato dei lavori di scavo, la creazione - perché no- di un fondo a tasso agevolato per il sostegno (o l'attenuazione di imposte comunali) agli imprenditori edili che si attengano alle norme, sia per compensare i costi del rischio archeologico, sia per compensare i costi - fino ad oggi del tutto volontari- di una particolare sensibilità nei confronti di corrette ristrutturazioni nel centro storico. Purtroppo queste opinioni possono apparire ridicole quando il Comune stesso si presenta con l' operazione al "broletto" come se fosse un fiore all'occhiello e non un rappezzo molto discutibile e quando tollera che la "domus" di S. Stefano si trasformi in una discarica, approva avveniristici cristalli in piazza Cavour, non sa o fa finta di non sapere che esiste il problema dell'anfiteatro e che forse avrà prima o poi il problema dell' ippodromo e del teatro romano, nonché del porto fluviale e delle mura e chissà di quant'altro. Ancor più ridicola, non so se nei confronti di chi scrive o nei confronti della stessa Amministrazione, è l'assenza palese di una disponibilità al dialogo su questi ed altri temi specifici con la comunità che dovrebbe rappresentare. Dato questo fra tutti per nulla ridicolo e, dal punto di vista istituzionale, molto, molto, negativo e triste. Ricordiamo infatti che gli stipendi di coloro che, a vari livelli istituzionali, si occupano del patrimonio storico e archeologico locale li paghiamo noi cittadini per averne in cambio una serie di silenzi annoiati. Altra anomalia. Da ultimo le componenti culturali locali residuali e gli ambientalisti, che da qualche anno si sono dedicati altrove anche alla gestione archeologico-urbanistica, inopinatamente continuano a tacere, insieme con altre Istituzioni carismatiche della cultura cittadina. Dove sono infatti le altre Associazioni di settore, gli stessi partiti di opposizione? Forse si trovano ad avere legami diretti o indiretti con l'Amministrazione (più o meno infilati in qualche commissione, forse a preparare segnaletiche turistiche) tali da sconsigliarli di entrare nel merito e che comunque consentono loro di condividere, tutto sommato, la strana politica del silenzio? Se non si faranno sentire su questi temi, che non possono avere colorazione politica, si tratterà dell'ennesima anomalia. Del resto, a ben meditare, i personaggi scomodi a Vercelli sono ormai ridotti a poche unità, sono stati a lungo stancati e disincentivati, e presto scompariranno dalla scena. Scelta condivisibile ma davvero insostenibile e certo non dichiarabile da parte dell'Amministrazione. Sulle pagine del nostro sito: www. Archeovercelli.it (sito scomodo) continueremo a seguire gli sviluppi ed in esso i Vercellesi potranno sempre avere una panoramica completa, aggiornata e indipendente dell'archeologia vercellese. Nel frattempo continueremo a sperare che si apra un dialogo di livello "alto" e con ciò voglio dire non del vecchio tipo "a ciascuno il suo orticello". Credo che la città lo meriti.

Ringraziando per l'attenzione

Giovanni Sommo

 

Vercelli 6/4/2003

Spett.le Redazione

de "LA STAMPA"

[...] La vocazione della città alla valorizzazione del proprio Patrimonio Archeologico e Architettonico, per l'importanza notevole che riveste in ambito piemontese, non può essere sistematicamente ignorata dall'Amministrazione Comunale. La mancanza di fondi e l'occasionalità degli interventi, la totale assenza di programmazione e di strutture adeguate all'interno stesso della macchina amministrativa (pur esistendo le competenze),tradiscono infatti la indisposizione ad una reale volontà di programmare in questo settore, nonostante le belle dichiarazioni elettorali. G. Sommo

 

La nostra raccolta di adesioni del 2001/2002 per il Museo? dite la verità... ve l'eravate dimenticata!

Eccone alcune, le prime. Ringraziamo tutti coloro che hanno aderito e hanno lasciato i loro messaggi.

 

domenica 18/11/2001 12.34

Giorcelli Walter [mirosa99@libero.it]

Lara Giorcelli

Via Benadir 18, 13100 Vercelli

l.giorcelli@whitestar

"Aderisco alla raccolta di firme per il Museo Archeologico a Vercelli".

Cordialmente

Lara Giorcelli

 

venerdÏ 04/01/2002 1.18

Alice Castle [alicecastle@email.it]

Salto Cattia

livorno ferraris

viale XXIV MAggio, 19

alicecastle@email.it

Aderisco alla raccolta di firme per il Museo Archeologico a Vercelli

 

lunedÏ 11/02/2002 17.15

Tabacchi Roberta [tabakr@virgilio.it]

Alessandro Francese

Vercelli, via Aosta n. 7

tabakr@virgilio.it

"aderisco alla raccolta di firme per il Museo Archeologico a Vercelli"