Monastero di Santa Chiara

 

 

Le monache di S.Chiara, appartenenti all'ordine di S. Francesco, furono introdotte a Vercelli intorno al 1477 ed ebbero in concessione l'antica chiesa e convento dei santi Graziano e Felino, attestati già nel XII secolo e tenuti dai canonici regolari di S. Croce di Mortara.

Nel 1664 la parrocchia di S. Graziano venne soppressa ed aggregata a S. Agnese.

Nel 1704 il monastero patì gravi danni dall'assedio francese per la sua vicinanza al bastione di S. Chiara, continuamente battuto dall'artiglieria del Vendome. Verso la metà del XVIII secolo le monache decisero di trasformare radicalmente il monastero e chiamarono per la costruzione della nuova chiesa l'architetto Bernardo Vittone, uno dei più prestigiosi in quel periodo. L'antica chiesa di S. Graziano fu abbattuta ma si salvò un piccolo chiostro medievale, tuttora conservato.

La nuova chiesa venne consacrata nel 1757. Nel 1771 su progetto dell'architetto Ignazio Amedeo Galletti furono costruiti i grandiosi fabbricati prospicenti l'attuale vicolo Olivero (ora sede dell'Ufficio I.V.A.). Dopo la soppressione generale del 1802 il monastero venne adibito a sede della Dogana. La chiesa, la sacrestia e alcune stanze attigue furono vendute a privati. Alla caduta di Napoleone il monastero venne occupato e danneggiato da truppe tedesche.

Riacquistata la chiesa dal Vescovo, il monastero venne ristabilito nel 1823 e nuovamente ampliato nel 1836. Con le soppressioni delle corporazioni religiose del 1855 e 1866 anche le Clarisse vennero colpite e, per timore dell'espulsione, acquistarono il caseggiato di via Feliciano di Gattinara, dove sono tuttora, e vi si trasferirono. Il monastero divenne sede del Distretto Militare. Nel 1964 iniziarono i lavori di restauro della chiesa e el corpo principale (attualmente sede di uffici e sale espositive comunali) che terminarono nel 1967. Gli edifici posteriori all'abside sono stati recentemente restaurati così come si sono recentemente ripetuti i restauri degli interni, rovinati per l'umidità derivante dal corso sotterraneo del Molinasso.

La manica settecentesca è stata destinata ad ospitare il Civico Museo Archeologico.

g.s.

 

 

 

 
 
english text index page

 

 

 
 

 

 

 

Invisible counter