Il prezioso coro ligneo di S. Andrea

 

Le tarsie del coro sono opera del cremonese Paolo Sacca, che lo costruì fra il 1511 e il 1513. Il monumento è stato pochi anni orsono sottoposto a restauro con l'intervento finanziario della Cassa di Risparmio di Vercelli.

 

L'improvvido riscaldamento piazzato maldestramente da Atena quanto costerà ora ai contribuenti?

(da www.lastampa.it)

(Del 26/9/2002 Sezione: Vercelli Pag. 39)

IL CONSIGLIERE COMUNALE MIETTA BARACCHI RILANCIA LA BATTAGLIA IN DIFESA DELL´ABAZIA DI SANT´ANDREA

L´autunno incombe sul Coro

&laqno;Urgente il nuovo impianto di riscaldamento»

VERCELLI

I problemi a Vercelli seguono i cicli stagionali. L´esempio tristemente classico è la basilica di Sant´Andrea, la cui &laqno;vita» è legata allo spegnimento dei termosifoni. Dunque tutto bene durante l´estate, ma ora che l´autunno incede un po´ troppo velocemente e già si considera l´opportunità di accendere le caldaie, torna in primo piano la preoccupazione per gli intarsi lignei del Coro cinquecentesco e per l´organo dell´Ottocento, irrimediabilmente muto per il caldo-secco dell´impianto di riscaldamento. E come già nel marzo scorso, è di nuovo il consigliere comunale di Forza Italia, Mietta Baracchi Bavagnoli a lanciare l´Sos per la più bella e antica chiesa di Vercelli. La Bavagnoli ha rivolto al sindaco Bagnasco una nuova interrogazione per sapere &laqno;cosa sia stato fatto in tutto questo lasso di tempo per risolvere o comunque affrontare radicalmente la drammatica emergenza» che mette in pericolo la salute di un bene artistico importante come il Sant´Andrea. &laqno;Assodato che la causa fatale del deterioramento e rovina del coro e dell´organo è stata determinata dall´installazione nella basilica del nuovo sistema di riscaldamento - scrive il consigliere di Forza Italia - vorrei sapere se sono stati consultati esperti e con quali risultati pratici conseguenti». A giugno, quando il problema era ancora caldo, erano state annunciate da Atena, che gestisce l´impianto di riscaldamento, e dal sindaco Bagnasco, che controlla Atena, sopralluoghi di esperti e interventi della Soprintendenza di Torino. Ma il nodo centrale forse non è stato sciolto. Se infatti l´impianto di riscaldamento collocato sotto il pavimento è lo stesso per la chiesa, gli alloggi degli abati e la facoltà di Lettere, è ovvio che l´esigenza di &laqno;fresco» del Sant´Andrea contrasta con il bisogno di calore degli altri locali. Conclude Mietta Baracchi Bavagnoli: &laqno;Se questa affermazione è vera, chiedo di conoscere cosa si intende fare per rendere indipendenti l´uno dall´altro gli impianti di riscaldamento dei tre distinti spazi e perchè è stata progettata e realizzata una simile sconsideratezza».

d. b.

(Del 27/9/2002 Sezione: Vercelli Pag. 43)

IL SINDACO ANNUNCIA ANCHE IL RESTAURO DEL CAPOLAVORO DEL SANT´ANDREA

&laqno;Presto lavori alla caldaia per salvaguardare il Coro»

VERCELLI. Il sindaco Bagnasco risponde, a stretto giro di posta, all´interrogazione del consigliere comunale azzurro Mietta Baracchi Bavagnoli. Non certo per &laqno;saltare» l´iter consueto dei lavori consiliari, ma perchè il problema del Coro cinquecentesco del Sant´Andrea è urgente e sentito da tutti. Ma il sindaco tranquillizza i vercellesi amanti dell´arte. &laqno;E´ vero - dice - che la centrale termica che riscalda la chiesa è la stessa che assicura il caldo anche alla facoltà di Lettere e all´abitazione degli abati, ma gli impianti sono diversi e si può tranquillamente differenziare le temperature». Se infatti studenti e religiosi hanno bisogno (e diritto) ai 20 gradi stabiliti per legge, il legno antico della basilica per conservarsi ha bisogno di un clima più freddo e umido. &laqno;ma non ci sarà bisogno di rifare la centrale - continua Bagnasco - anche se in tempi brevi verranno eseguiti lavori per adeguare l´impianto della chiesa alle esigenze del Coro e dell´organo». Tempi davvero brevi? Risponde il sindaco: &laqno;In ogni modo o non accenderemo proprio il riscaldamento, oppure si studieranno accorgimenti utili e necessari a ridurre gli effetti negativi». Poi Bagnasco annuncia il restauro del Coro. &laqno;La soprintendenza ha già effettuato un primo sopralluogo. Siamo in attesa di avere indicazioni sul tipo di intervento da eseguire».

d. b.


AL SANT'ANDREA INFILTRAZIONI DI UMIDO METTONO IN PERICOLO IL ROSONE

 

alla Redazione La Stampa di Vercelli

 

IL SANT'ANDREA E VERCELLI CITTA' D'ARTE

Nonostante la buona volontà dell'amministrazione comunale, che in questi anni ha fatto parecchio nel settore dei BB. CC., le questioni di fondo che si perpetuano a Vercelli da un trentennio almeno, affiorano più spesso di quanto presumo sia desiderabile da parte di chi ha la gestione delle cose cittadine. Il recente guaio al Sant'Andrea mette in luce almeno un problema: perché la "fabbrica", idea che già era nata negli anni Ottanta con l'amministrazione Robotti, realizzata dall'amministrazione Bodo con Fragonara, poi si disciolse con le dimissioni progressive dei bei nomi che la componevano? Perché si verificarono poi gli incidenti dovuti al surriscaldamento?

Penso che sia ormai chiaro che non è più sufficiente l'intervento occasionale della Soprintendenza competente nel mettere mano alla manutenzione del monumento, con risultati a volte opinabili, come ben sa chi vide usare il "flessibile" sulle pietre della facciata. Occorre che il Sant'Andrea, e così pure tutto quanto attiene al Patrimonio cittadino, sia gestito anche, e sottolineo anche, a livello locale. E' però altrettanto evidente che questo è appunto uno dei nodi più caldi della questione. La mancanza a Vercelli nella pubblica amministrazione di figure professionali dedicate in via continuativa alla conoscenza e alla tutela del Patrimonio è stata una precisa scelta politica compiuta in qualche decennio, eliminando lentamente quanto era stato già fatto e chi vi aveva lavorato.

Perché ciò sia avvenuto è per me quasi una domanda retorica, ho infatti maturato nel corso degli anni le mie precise convinzioni, posso solo ritenere che non sia estraneo a questa scelta il delicato rapporto fra il Comune e alcune Soprintendenze piemontesi. Dobbiamo pertanto vedere il problema del Sant'Andrea nella sua giusta dimensione "storica", legandolo a tutti gli altri problemi della gestione del Patrimonio in città, che non sono pochi, e si stanno solo cominciando ad affrontare oggi con almeno trent'anni di ritardo. Il fatto stesso che non se ne parli, o se ne parli poco e male, e che tutto sia spesso offuscato da comunicazioni trionfalistiche legate più all'immagine che alla sostanza delle cose, ricalca un percorso già noto, purtroppo. Sarebbe quindi una gran cosa che il miglior giornalismo cittadino si interessasse alle questioni della gestione dei Beni Culturali vercellesi non tanto con i pubblici "dibattiti", o non solo con essi, ma con approfondimenti circa le cause e gli effetti delle scelte politiche che hanno determinato alcune delle situazioni di "arretratezza culturale", non saprei come altrimenti definirla, di "perifericità culturale" di Vercelli, pure veramente "città d'arte", seconda in Piemonte solo a Torino.

Accanto quindi al Civico Museo Archeologico (a proposito, che ne è stato?), all'Arca di San Marco con i relativi affreschi da recuperare nella navata ora di proprietà privata, all'Anfiteatro e all'area archeologica demaniale di Santo Stefano, alle Terme del Seminario, al Centori e, aggiungo, alla Sala Tizzoni, di cui non si sente più parlare, coperta com'é dai cassonetti, inseriamo ora la "fabbrica" del Sant'Andrea e avremo un quadro solo di alcune delle emergenze culturali cittadine, che con il trattamento subìto dal centro storico negli ultimi decenni, rappresenta quanto si frappone fra la Vercelli di tutti i giorni e la "città d'arte" che tutti vorremmo. Riconoscendo i meriti dell'attuale amministrazione comunale nell'avere iniziato qualcosa di diverso e di nuovo, sarebbe bene che ora, prima della scadenza del proprio mandato, essa ci desse un quadro delle scelte che la città dovrà compiere per realizzare il progetto complessivo (se esiste), impegnandosi a condividerlo e a farlo condividere, con lungimiranza e responsabilmente, ai propri successori, sotto pena di vanificare i risultati conseguiti sin qui.

Giovanni Sommo

archeovercelli.it sommogiov@tiscali.it 27/4/2008

(pubblicata parzialmente il 30/4/2008 a pag. 55)

 

Veduta del S. Andrea con il muro merlato che cingeva l'Abbazia.

Veduta di genere