La scultura sul tetto dell'abside
della chiesa di S. Francesco
L'esistenza di un frammento di statuaria romana
sul tetto dell'abside della chiesa di S. Agnese (ex chiesa di S. Francesco),
fu segnalata nel 1982 dal Gruppo Archeologico Vercellese (Sommo 1983, p.
25) che aveva avuto modo di individuarne la presenza come reimpiego ornamentale
per sorreggere una croce in ferro infissa al culmine del tetto, durante
una campagna di ricerca e di salvataggio dei bacini medievali un tempo
murati nel cortile interno. Nonostante la sua esposizione in vista, non
si avevano documentazioni antecedenti circa la sua presenza 1. Con l'intervento
della Soprintendenza, del G.A.V. e della Provincia di Vercelli, si è
provveduto alla sua asportazione e, successivamente, al suo restauro. Il
frammento costituisce parte di una statua marmorea femminile velata di
proporzioni maggiori del vero. Il ritratto, dai lineamenti austeri e solenni,
sottolineati dalla piega delle labbra, è purtroppo consunto dalla
lunga esposizione alle intemperie. I capelli sono annodati in una ricca
acconciatura di riccioli sulla fronte. Le pieghe del drappeggio del velo,
che originariamente avvolgeva l'intera figura, sono ora interrotte ai lati
della testa a causa del brutale adattamento del frammento alla nuova base.
L'opera risulterebbe inquadrabilefra i migliori esempi di ritrattistica
romana del periodo primo imperiale attestati in area padana. è stata
ipotizzata (Sommo 1983) l' appartenenza di questa statua alla grande base
dedicata dai Seviri vercellesi a Domizia Vettilla, ritrovata alla fine
del '700 a poche decine di metri dalla chiesa ed ora conservata al Leone.
La relazione si basava sulla possibile appartenenza dei due reperti allo
stesso ambito cronologico e contestuale e sui rapporti di proporzione esistenti
fra le dimensioni della base e quelle della statua. Attualmente le datazioni
dei due monumenti fanno ritenere del tutto superata quell'ipotesi. Il frammento
di statuaria ed i bacini medievali, scoperti ed asportati a cura del Gruppo
Archeologico Vercellese, sono ora conservati ed esposti in una sala della
sacrestia.
1 - La vista dell'abside della chiesa di
S. Agnese fu impedita da alcune costruzioni a questa prossime ed abbattute
solo nel 1926.
2 - L'area dalla quale provengono i due
manufatti ha una notevole rilevanza archeologica, con numerosi ritrovamenti
fin dal XVIII secolo. L'iscrizione della base è databile agli anni
successivi al 183 d.C., e la testa è ora attribuita ai primi decenni
dell'Impero. La sua identificazione, che parrebbe comunque essere legata
alla presenza del luogo di culto della famiglia imperiale, per la qualità
e grandezza del ritratto è verosimilmente da riconsiderare proprio
nel quadro della possibile attinenza a tale culto.