22-03-2008, LA STAMPA, VERCELLI, pag.53 Scavi nell'area vicino al Santuario della Madonna del Palazzo Tra i non addetti ai lavori, e' opinione comune che la storia di Crescentino abbia avuto inizio solo in quel 30 maggio 1242 quando venne fondato il borgofranco per volonta' dei maggiorenti del Comune di Vercelli. Un'opinione, questa, che non tiene conto di alcune importanti questioni: gia' agli albori del Cristianesimo, a Crescentino e in particolare nella zona su cui attualmente si erge il Santuario della Madonna del Palazzo, esisteva una &laqno;plebs», una pieve eusebiana; e ancora prima un insediamento romano, presumibilmente di epoca imperiale, vale a dire a cavallo tra I e II secolo. Non solo: la strada consolare romana che da Ticinum (Pavia), passando per Laumellum (Lomello), Cottiae (Cozzo lomellina) e Mantie, di certo attraversava anche il territorio di Crescentino fino a Chivasso, dove si biforcava per dirigersi da un lato verso Augusta Taurinorum; e dall'altro, innestandosi sulla strada delle Gallie, verso Augusta Praetoria. Ne e' convinto il professor Mario Ogliaro che, contribuendo con una dozzina di studi, ha investigato la storia passata della sua citta'. Ora un nuovo rinvenimento ha riattizzato l'interesse per i suoi studi: lungo la ex statale 31 bis, all'altezza del Santuario, lavori di scavo hanno fatto riemergere un allineamento singolare di sassi, disposti in modo da poter costituire le fondamenta di un grandioso edificio. Una scoperta che ha subito attirato l'attenzione sulla zona. Uno dei primi a intervenire, non appena avuta la notizia dai carabinieri, e' stato il sindaco Fabrizio Greppi che, dopo un rapido sopralluogo preliminare, ha bloccato immediatamente i lavori e fatto intervenire la Soprintendenza; c'e' anche da segnalare che Marinella Venegoni, il sindaco precedente, aveva segnalato la presenza di una possibile necropoli nella zona, scrivendo alla Sovtrintendanza e bloccando, in tal modo, la prosecuzione dei lavori di un complesso di villette a schiera. Lavori che poi erano pero' ripresi. A fornire qualche notizia in piu' sul valore del ritrovamento e' il professore Mario Ogliaro. &laqno;Tutta questa zona - spiega lo storico - e' di notevole importanza proprio per le sue origini non solo romane: infatti e' densamente interessata da ritrovamenti archeologici, di varia natura ed epoche differenti. Sono riemerse tombe, e'mbrici, anelli, sesquipedali e altro». A proposito di mattoni sequipedali, sulla parete semicircolare del Santuario ne e' murato uno di altra provenienza, che reca le impronte delle zampe di un gatto: la bestiola aveva avventurosamente calpestato la te'gola quando questa era ancora esposta al sole per la cottura, e ora la sua firma autografa fa bella figura all'esterno della chiesa. &laqno;Quegli allineamenti - spiega Ogliaro - potrebbero essere le fondamenta di un ''palatium'', un edificio a disposizione esclusivamente dei grandi personaggi e, in via eccezionale, accessibile anche ai giudici, ma solo quando altre soluzioni non fossero percorribili». Di questa opinione si era dichiarato sin dall'Ottocento anche il dotto barnabita padre Luigi Bruzza, nel suo &laqno;Iscrizioni antiche vercellesi». Conclude lo storico Mario Ogliaro: &laqno;Quasi sicuramente, poi, esisteva anche una colonia con guarnigione militare a presidio del guado, alla confluenza del Po con la Dora Baltea: secondo Livio le ''mansiones'' erano decretate dal Senato romano come sentinelle, per la vigilanza sui territori occupati». |